Capisco benissimo cosa intendi per "far rima con sé stesso", io lo chiamo "tener il gioco in una mano": quella sensazioni che tutto torni e che non parta in mille direzioni totalmente asincrone con lo scopo del gioco. E anche il fatto che tu abbia dato una risoluzione in qualche modo certa del finale mi garba molto, perché troppi giochi danno per scontato che noi sappiamo finire le storie — cosa che ritengo invece molto difficile.
Mi piacerebbe molto provarlo! A dispetto degli altri, essendo agli sgoccioli di un percorso accademico (un master), mi ritrovo parecchio impegnato — ma l'occasione la creiamo, dai.