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Tematica molto bella, mistero davvero ricco di carisma, che come dice Faina intreccia tematiche sociali e politiche ottocentesce di Milano.

Provo a segnalare, senza un ordine logico, ma vagamente seguendo il testo spunti che mi vengono in mente:
Buona struttura, sandbox in generale, perfetto l'ordine di presentazione degli argomenti.

Nei temi credo vada aggiunta la tematica dell'aborto. Siccome è un aspetto intrinsecamente presente ed è anche una tematica su cui verte un'importante scelta dei giocatori (attraverso i filtri dell'interpretazione), vera o presunta che sia, e considerando l'enorme potenziale emotivo abbia per chi di questo ha avuto a che fare personalmente, ritengo sia necessario esplicitarlo.

Mi piace moltissimo il fatto che ci sia un'inversione estrema della Kalokagathia, dove il bello, la luce, la Milanobene sono il marcio e il pericolo. Forse lavorerei di più per rifinire anche il buio, il ceto basso come area di maggior sicurezza.

Sempre legato al commento precedente, c'è una piccolissima incongruenza logica col titolo, Flores Obscuri e il fatto che poi lo scenario si dipana quasi completamente nell'area logicamente connessa alla via dei Fiori Chiari. In realtà è un'annotazione stupida, ma la uso come spunto per dire che sarebbe bello espandere lo scenario per esplorare maggiormente anche location e personaggi connessi in senso logico alla via dei Fiori Scuri.

Nella sezione dei personaggi un paio di notazioni (i personaggi li ho trovati tutti affascinanti, ben costruiti e funzionali, con un sistema relazionale chiaro e mai forzato)
Nota minore: non mi piace granché la notazione "indagine indipendente" (indipendente da chi?), forse avrebbe più senso definirla "privata" o forzando di più "segreta" o "personale".
Nota maggiore: Per la situazione in cui ci troviamo penso che lo scopo segnalato per il Cavalier Davide Alberici sia disfunzionale, perché ormai agisce nel passato. Se il scuo scopo è trovare un'ospite, questo scopo è già un fatto concluso con successo prima dell'inizio dello scenario e questo lo rende un personaggio senza movente principale durante la partita. E finirà fiacco. Ha senso esplicitare che abbia raggiunto quell'obiettivo, ma ha più senso dare a lui ora un nuovo scopo che lo possa far tramare e agire per raggiungerlo durante la partita.

Un aspetto che mi colpisce in senso trasversale è che manca fortissimamente un senso di temporizzazione dello stato di gravidanza:
Non è chiaro da quanto sia scomparsa
Non è chiaro da quanto ci sia stato il concepimento
Non sono chiari i tempi di gestazione (che sono probabilmente compressi, ma cambia pensare che siano 3 ore, che siano 2 giorni, che sia 1 mese, o che siano 666 minuti)
La parte in cui si parla del parto è troppo vaga nel definire cosa succede (dalle doglie, all'effettiva nascita)

In assoluto mi sembra che, al netto della buona rappresentazione del tema sul controllo del corpo delle donne, ci sia in modo inconsapevole, un'eccessiva oggettivazione inconscia dello stato della donna che è quasi più concepita come un fornelletto.
Sarebbe utile un passaggio, magari con qualche testimone, che chiarisca meglio le circostanze che hanno portato al suo partecipare all'incontro alla Scala (e magari chiarisca meglio con che stato d'animo). Anche un passaggio con qualcuno che parli dell'evento del concepimento (in fondo anche il concepimento della Madonna, al quale si fa implicito riferimento, viene trattato in modo esplicito, anche se in forma misterica), può essere un momento di chiarimento su come effettivamente si veda l'orrore reale, della forzatura di una persona non consenziente e come spunto per una scena d'orrore in cui la luce la fa da padrona, magari con un testimone diventato cieco, oppure che da dopo l'evento vive come un vampiro, lontano dalla luce.
Sarebbe utile definire meglio, oltre che alle emozioni sconvolte di Marianna, anche definire meglio le sue intenzioni, o almeno definire quali sarebbero le sue volontà sulla situazione (per rimarcare l'importanza sul tema del controllo).
Mi spiace, che non di faccia accenno, nell'orrore finale, del destino che spetta a Marianna all'esito del parto, sembra proprio che siccome non è più interessante, non serva più, quando invece dovrebbe rimanere al centro, sempre, delle tematiche di questo scenario d'orrore. Mi pare chiaro che l'idea fosse di farlo scegliere ai giocatori sulla base delle loro scelte, ma sarebbe opportuno tracciare un chiaro riferimento su cosa succederebbe se i giocatori non interferissero o arrivassero già troppo tardi.

Sui Luoghi
Ho detto che sarebbe bello in realtà introdurre qualcosa più della controparte di ceto basso. Magari è un bias mio, ma mi suona stonato che si mettano costantemente in difficoltà i giocatori, facendo interpretare dei personaggi che avranno sempre e solo difficoltà a cercare di accedere in ambienti in cui non sono mai tollerate. Inoltre, bisogna considerare che può essere un'intenzione dei giocatori provare a muoversi ed esplorare anche ambienti che sono più nelle loro corde (un passaggio in qualche osteria, o il parlare con un arrotino o cose così).

Trovo che ci siano due vizi di forma nelle scoperte del primo luogo (il bordello).
I personaggi sono presentati come "amiche" e "prostitute"
Considerando le condizioni di vita, gli ambienti, è implausibile che come amiche non fossero già al corrente (tutte) dell'amicizia esistente tra Marianna e Cecilia. Dovrebbe essere un'informazione di default.
Peralto la "relazione" tra Marianna e Cecilia è un po' troppo debole, sono due donne molto diverse, appartenenti a due ceti diversi e non si spiega nulla di come la loro amicizia sia nata e come si sia finiti con un tradimento di fatto (è stato in buona fede? è stato un vero tradimento? Pensava di fare una cosa giusta ed è stata ingannata) la questione penso sia importante ai fini di come le cose potrebbero evolvere.
Questa scoperta potrebbe rimanere ancora in piedi, nella sostanza, ma diventando più particolare. Magari solo Caterina sa che Marianna e Cecilia sono in realtà amanti, una cosa che sarebbe considerata sbagliata a qualsiasi ceto in quel periodo. Oppure Caterina frequentava lo stesso orfanotrofio di Marianna in cui crebbero e solo lei sa che in realtà Marianna era una figlia illegittima Vendramin, e Cecilia, una volta scoperto da piccola di avere una sorella aveva intessuto una relazione clandestina con la sorella, pur non potendo alleviare la sua situazione.

L'altro vizio è che non ha senso che serva un "tiro investigazione alto" per scoprire il cognome, è estremamente improbabile che non si conosca il nome completo del proprio confessore (il rapporto che si instaura è troppo intimo). Ha più senso che sia un'informazione di default da riferire all'inizio.
Se proprio si vuole mantenere un effetto di tiro alto, può magari balzare alla memoria qualche strana perversione del prete, magari per l'ossessione con cui tiene alle luci (il confessionale spesso è buio, ma lui voleva sempre ci fossero molte candele al suo interno, che però rendevano caldissimo l'ambiente... o cose così...)

Avrebbe senso rifinire meglio le modalità e le intenzioni di Cecilia nell'introdurre Marianna, come dettop prima.

Ho notato con la Chiesa di San Marco, che viene usata troppo spesso la locuzione "informazione che può emergere" o anche solo emergere. A cavallo tra pagina 7 e 8 infatti sono così vicine e uguali che stonano.

Manca un po' di ricamatura sulle bizzarrie degli adepti del culto. Ci sta che a una prima occhiata nessuno si renda conto di nulla, ma il culto in sé rimane troppo vago, solo superficiale. Per esempio don Luciano sembra un onestissimo prete, senza nulla di che... Avrebbe più senso far notare qualcosa di repulsivo che tutti i membri sembrano possedere se si guarda meglio, una volta che si capisce di più...

Io davvero non butterei via la possibilità di rintracciare un (ex) membro del culto che si rifugia nelle zone oscure, ormai cieco, o vampiro o comunque "bruciato".
Sarebbe funzionale anche allungare i tempi, qualche settimana dalla scomparsa, quando ormai la polizia decide che è inutile indagare oltre e solo allora le amiche disperate decidono di agire... Magari però sto andando fuori focus...

Comunque farei accenno talvolta al fatto che quando si avvicinino troppo a certe verità siano disturbate come da qualcuno che continua a distrarle puntando una apparente lanterna in faccia, in modo insistente...

NON si dice puerpera. Puerpera è il termine che si usa per una donna che ha già partorito da poco.

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Ti ringrazio per il commento, l’analisi e le critiche costruttive che ci fai. Sicuramente le vaglieremo con Ivan, se e quando questo mistero tornerà in fase di riscrittura. Ho in programma di provarlo a breve, ma lo farò sicuramente nella versione attuale per una mera questione di tempi e di sforzo richiesto.