Ed eccomi qui, con uno dei giochi a cui sono più affezionato. Il paese dei ciechi è uno dei primi esperimenti di game design.
Si tratta di un gioco ambientato in un pueblo sperduto del New Mexico, poco dopo l’arrivo dei Conquistadores. Il pueblo è conosciuto anche come il paese dei ciechi poiché tutti gli abitanti sono privi della vista. Per alcune generazioni il paese è rimasto isolato dal resto del mondo e ormai tutti hanno perduto la memoria di cosa significhi vedere. Da quel mondo apparentemente così lontano, però, giunge qualcuno in grado di farlo: si tratta di una persona al seguito dei Conquistadores che riesce a varcare i confini impenetrabili del paese dei ciechi.
La prima stesura (scritta a quattro mani con mio fratello Giuseppe) risale al 2015, in occasione del Game Chef Pummarola Ediscion; quell’anno il tema del Game Chef era «Non il solito pubblico». Ci chiedemmo come dev’essere sognare per una persona non vedente (e ancor più cosa significhi «sognare per immagini» per una persona non vedente dalla nascita). Quello era il nostro pubblico ideale. Gli ingredienti (abbandono, libellula, quiete e sogno), invece, li usammo ripartendo il gioco in quattro fasi, una per ogni ingrediente.
Ho deciso di partecipare con questo gioco per colmare una lacuna evidenziata anche dalla giuria del Game Chef. Il gioco, infatti, nella sua versione attuale non contiene alcuna regola per la creazione dei sogni da parte di una delle persone al tavolo, quella che interpreta la persona straniera e che tiene le fila del gioco. Ho quindi pensato fosse giunto il momento di scrivere quella parte per poterla poi collaudare. Sto ragionando sull’uso di alcuni «tarocchi» creati appositamente (li ho chiamati i Tarocchi del Nuovo Mondo), che dovrebbero aiutare la persona che interpreta la persona straniera ad imbastire il sogno e renderlo interessante agli occhi (rigorosamente chiusi) delle altre persone.
Uso questo topic per tenere traccia delle cose che faccio durante la jam.