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(+2)

Ciao Greta e Daniele!

Parto subito chiedendo se il gioco ha qualche riferimento a “Your Name.”, perché l’idea che c’è dietro sembra molto simile (se non lo conoscete, consiglio la visione).
A parte questa piccola curiosità personale, posso dire che “Un giorno, due mondi” merita davvero. Il regolamento è pulito e ben organizzato, non ho faticato a leggerlo e non credo di avere neanche molti dubbi su quel che riguarda il flusso di gioco.

Ho apprezzato molto sia l’idea del “Vai” come passaggio di consegna, sia il voler impostare le scene con un framing molto veloce, quasi fotografico.
Ho visto che avete inserito qua e là alcuni esempi a corredo e delle note di spiegazione per alcune scelte che avete fatto: ottima idea, aiutano sicuramente il lettore a capire il regolamento, oltre che avvicinarlo ulteriormente al tema giocato.

Per ultimo una nota sulle mappe: sono rimasto a bocca aperta per l’idea del “sottosopra” con foglio e pennarellone indelebile. Grandi.

Ho giusto un paio di domande.

  • Come mai, per fissare il “luogo di incontro”, avete scelto di sfruttare una dinamica quasi da LARP, seppure non sia effettivamente necessario (con questo intendo “basta chiudere gli occhi”)? Volevate creare uno spazio di “rottura di intimità” tra i giocatori per farli entrare ulteriormente nel rapporto tra i personaggi?
  • Come mai avete scelto di far passare 1 solo anno tra un capitolo e l’altro invece che, per esempio, 2 anni (in cui si sente molto di più la differenza da bambino di 10 anni e adolescente di 14)?

Grazie di aver inviato il vostro gioco.
Avete fatto un ottimo lavoro!

(1 edit) (+1)

Ciao a te, Daniele carissimo!

Che dire? Personalmente, non conoscevo Your Name. e, nella lista delle ispirazioni mia e di Greta, non è mai stato menzionato, per cui non credo che lo conosca neanche lei (ma lascio che sia lei a dirimere questo dubbio). Intanto, grazie per la raccomandazione, comunque.

Mi fa molto piacere che il testo ti sia sembrato scorrevole. Io e Greta lo avevamo percepito come composito e poco coerente, perché lo abbiamo scritto a pezzi e a quattro mani, di fatto dividendoci le parti e poi rileggendole e sistemandole assieme.

I nostri “vai” non sono farina nel nostro sacco, bensì un’ispirazione diretta dei go di S/Lay w/Me di Ron Edwards e, ancora di più, dei “via” di Vestalia di Stefano Burchi, che avevo playtestato poco prima della jam e che deve avermi fatto scattare qualche molla, al punto da proporre a Greta di adottare un flusso di gioco che si ispirasse ad esso. Il grosso difetto dei giochi con un’ampia componente narrativa per due giocatori è che si corre un po’ il rischio di “raccontarsela” o di giocare delle scene trascinandosi senza sapere bene dove andare a parare. Per questa ragione, ci sembrava che un ottimo modo per stare sul pezzo fosse quello di regolamentare la conversazione in maniera tematica, ed ecco perché abbiamo implementato il concetto di “vai”, spiegando come concretizzare una conversazione a due che spingesse sui temi delle carte, divisi tra scene del passato (sempre insieme) e del presente (divisi e insieme). Per ora, il risultato ci ha convinti (abbiamo provato il gioco una volta sola); vedremo se continuerà a farlo anche in futuro.

L’idea del pennarello indelebile che fa filtrare i luoghi tra i due mondi è stata un’idea che penso di aver tirato fuori io mentre sperimentavamo con Greta, in videochiamata, in cerca di idee che potessero funzionare bene sia esteticamente sia tematicamente. Poi ci è rimasta attaccata perché ci era piaciuta molto (specialmente a Greta, devo dire). Sono contento che ti sia piaciuta.

Per quanto riguarda l’spediente di mettere le mani davanti agli occhi, lo abbiamo usato per due ragioni: la prima è che volevamo rievocare l’esperienza dei giochi infantili, mosca cieca e tutto il resto; la seconda è che volevamo creare intimità, anche fisica, tra i due giocatori. Ricordo che Greta aveva posto il problema del fatto che non tutti potrebbero volerlo fare, ma – ehi! – puoi trovare facilmente altre soluzioni meno invasive, tipo quella che hai proposto tu; e poi non sei obbligato a giocare al nostro gioco, se non vuoi.

Nelle scene del presente abbiamo deciso di far passare un solo anno tra un compleanno e l’altro perché ci piaceva l’idea della cadenza rituale e far passare un anno sotto silenzio ci avrebbe stonato. E poi c’è da considerare anche il fatto che c’era facilmente il rischio di andare a finire in fasce d’età dove i ragazzini cominciano a fare sesso, e non ci andava di spingere in quella direzione in questo gioco. Poi, considera che il nostro documento di playtest ha ancora diverse domande a cui rispondere sulla questione delle età, quindi non ho alcuna convinzione sul fatto che abbiamo trovato la soluzione definitiva, qui; direi che, più che altro, abbiamo deciso di iniziare con questa ipotesi per vedere da che parte ci porteranno i playtest.

Grazie per le tue gentili parole e per la tua curiosità. Spero di averti risposto esaustivamente. In caso contrario, chiedi pure: sai che non ho problemi a conversare a lungo.

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Grazie Daniele, molto chiaro.

Prima di vedere se ho altri dubbi, attenderei la coautrice per dare spazio anche a lei.

Per ora, bravi ancora!

(1 edit) (+2)

Ciao Daniele , sei gentilissimo!

Grazie per aver letto il gioco con attenzione; sono felice ti sia sembrato chiaro e scorrevole, sinceramente temevo che non lo fosse.

Personalmente non conosco Your name. Lo metto subito nella lista di cose da vedere ! Grazie per il consiglio.

Per quanto riguarda le età, ad un certo punto nel manuale (nelle consegne estetiche) spieghiamo che per un adolescente un anno è un tempo lunghissimo, che comporta molti cambiamenti nel modo di pensare, di vestire, di parlare. Anche nel giro di pochi mesi cambia tutto: è una fase della nostra vita estremamente esplosiva e dinamica, e personalmente mi piacerebbe vedere in gioco questi cambiamenti.

Inoltre c'è il concetto del  compleanno, come sottolinea Daniele. È un giorno speciale che accomuna i due ragazzini, e ha un valore all'interno della profezia iniziale: i mondi si congiungono solo per quel giorno perché i due bambini sono predestinati a ricongiungerli per sempre.

Per quanto riguarda la parte degli occhi chiusi dalle mani dell'altro, premetto che è stata una mia proposta. Mi piaceva l'effetto rituale nello stile di La società dei sognatori, e volevo creare un effetto di metagioco che ricordasse i giochi dei bambini. Capisco che farsi mettere le mani in faccia da qualcun altro potrebbe non essere piacevole; in una versione successiva specifichremo che non si è costretti a farlo.

Ti ringrazio ancora moltissimo per averci dedicato il tuo tempo, sei stato davvero carino a leggere in modo così approfondito  e a commentare in modo gentile e complimentoso. Grazie !

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Ciao Greta, grazie anche a te della risposta!

Non credo a questo punto di avere ulteriori dubbi e faccio ad entrambi un augurio sullo sviluppo del gioco.

Ciao!

Grazie mille! Avrai nostre notizie nei prossimi diari di sviluppo. 😉