Ciao Iacopo!
“Motore” interessante quello che hai portato alla jam. Sia dal nome, che dal cappio del GM, che da alcune altre parti, si vede come la direzione che hai dato vada verso un gioco drammatico e con “eliminazione del giocatore”.
Hai già in mente qualcosa di particolare o hai rielaborato qualcosa che ti frullava in testa da un po’ (l’idea delle candele, seppur diversa, mi ha ricordato Precious)?
Mi chiedo, dalla sola lettura, se il GM debba puntare alla cruda eliminazione dei personaggi come direttiva, o se questa cosa è determinata dal gioco cui va a supporto NodiFantasma.
Potrebbe aver senso una specie di competizione narrativa tra “la morte” (GM) e i personaggi che cercano di sfuggirle?
Mi è piaciuta molto l’idea del rendere gestuale il cappio per indicare il giocatore che cade nel mirino. Non solo rende chiaro il “tu sei il prossimo”, ma averlo davanti a sé come se fosse una spada di Damocle, tende a spingere il giocatore verso una situazione più tesa.
E mi è piaciuta parecchio anche l’idea che sta dietro al possibile “effort” che il giocatore deve metterci per sciogliere fisicamente il nodo MENTRE racconta come sfugge al pericolo. La concentrazione che bisogna metterci nel capire come sciogliere un nodo complesso, fa sicuramente andare in botta il giocatore. Grande!
Mi chiedo però come si facciano determinati nodi che hai citato, solo per fare belli stretti quelli ci si impiega un po’. Fa parte anche questo della “costruzione del personaggio” come scelta di design?
Cioè, non solo avere il nodo associato ad una notazione su un foglio, ma anche la contrapposizione tra l’impegno che la persona ci ha messo a farli inizialmente e lo sforzo per scioglierli.
In tutto questo ammetto di non avere però capito come mai il nodo “personale” è al fazzoletto.
Anche qui è un simbolo per allacciarsi al detto che riguarda la memoria, oppure vuole essere un ulteriore livello di difficoltà (il fazzoletto di carta che si rompe) durante la risoluzione?
Perdonami se ho spinto un po’ sulle domande, ma mi farebbe piacere capire meglio alcune cose.
Grazie del tuo lavoro!