Ciao, innanzitutto ti ringrazio per aver condiviso il gioco con noi e ti faccio i complimenti per come hai scritto e impaginato il manuale, che è molto affascinante e leggibile.
Devo dire che le regole si capiscono bene e hai fatto un buon lavoro, tuttavia mentre leggevo facevo fatica a immaginarmi sia come potesse essere una partita sia proprio "la scena", la fiction del gioco. Devo dire che a me piacciono i giochi con tratti più definiti e netti (infatti una critica al mio gioco che capisco è quella di essere troppo definito in certi punti), ma qui proprio mi trovo in difficoltà, anche perché gli "archetipi" che in genere sono una grossa mano nel definire la fiction (se li intendi un po' come i libretti dei PbtA) sono molto generici anch'essi. Un modo per dare colore pur restando abbastanza generici potrebbe essere fatto con un lavoro simile agli archetipi narrativi (l'eroe, l'ombra,il trickster, ecc) che puoi trovare in Campbell (credo, non ricordo bene)
L'idea di usare la mano come mappa è molto originale, e mi rimanda un feel molto da esperienza intima e personale, ed è il tocco che mi è piaciuto di più nel gioco. Io probabilmente non ci potrei giocare d'estate perché sbaverei con il sudore ahahaah.
L'idea di base è interessante, mi piacerebbe vederla sviluppata in un contesto più specifico, magari partendo dall'idea della mano.
Grazie e buon proseguimento di Jam!