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(Questa è una recensione collettiva. Abbiamo deciso di condensare le nostre opinioni in un singolo commento, mentre i voti saranno assegnati da ognuno di noi.)

Tutti abbiamo ricordi dolorosi che vorremmo rimuovere, così che smettano di tormentarci. Nella premessa di Not so happy to be sad questa possibilità esiste con una procedura in cui i ricordi spiacevoli vengono rimossi. Durante questo processo, però, alcune parti del ricordo possono tornare nella mente del paziente ed esplodere in tutta la loro sofferenza.

Il primo «ricordo» che ci ha evocato questo gioco è Un penny per i miei pensieri, anche se in quel caso il punto focale del gioco è il ritrovamento dei ricordi, mentre qui è l’opposto. Not so happy to be sad è forse più maturo, più serio: si mettono sul tavolo ricordi importanti per la persona che gioca (il gioco include infatti una meccanica di sicurezza che troviamo particolarmente azzeccata). Ogni ricordo di chi gioca viene poi collegato in una mappa, rendendo quella che è un’esperienza personale un’esperienza di gruppo in cui tutti i momenti sono collegati tra loro (tramite i collegamenti è possibile anche inserire dettagli in più).

Il gioco ha un carattere ben definito, le meccaniche dei ruoli e dei token sono ben concepite e sembrano bilanciare bene l’autorità che ogni persona ha nelle varie scene. Ci lascia qualche dubbio la meccanica che permette di aumentare o meno il peso dei token dopo una votazione dei giocatori, ma può anche essere che non avendolo giocato non ci è chiaro come funzioni poi al tavolo. Il gioco sembra davvero promettere una bella esperienza. È interessante il percorso di costruzione del ricordo, molto bella la meccanica del ricordo riemerso, così come l’idea di dare ruoli diversi alle persone sedute attorno al tavolo.

Nonostante le meccaniche di sicurezza, dopo aver portato una parte di sé al tavolo in un gioco che fa delle tematiche forti il suo fulcro, temiamo che alcune persone possano gestire la fase finale con un po’ di leggerezza, sminuendo ciò che invece dovrebbe essere un crescendo. Inoltre ci pare che la mappa creata resti lì e non ci sia una meccanica per farla scomparire, ma siamo pronti a ricrederci!

Si tratta di un bel gioco che non vediamo l’ora di provare! Continua a lavorarci!

Antonio, Daniele, Donato e Marco

Grazie mille delle vostre parole!!

Sono contento che abbiate colto il core del gioco. Avete trovato i punti deboli del progetto a cui cercherò di porre rimedio utilizzando anche diverse idee che sono venute fuori dai commenti. Una fra tutte la questione della votazione e proprio la gestione del finale. Sul finale ammetto che volevo cercasse di alleggerire un pò la tensione. Alla fine del gioco, dopo aver spinto tanto sul dolore vorrei che quello fosse un momento di riflessione più a "freddo".

Vi ringrazio ancora per gli spunti e per la spinta a continuare a coltivare questo progetto.