Di quest’isola ho apprezzato particolarmente la possibilità di scelta data agli eroi che porta ad una vera e propria biforcazione narrativa: a seconda della loro decisione affronteranno minacce diverse. Questa dualità insita al serpente marino (“male sì, ma male necessario” oppure “male sì, ma male minore”) rende bene la moralità della scelta che gli eroi si troveranno ad affrontare, ancora più che conosceranno anche i due amanti (e daranno un volto, un nome ed una storia alle potenziali vittime).
Il topos della bestia mostruosa che richiede un sacrificio di sangue e che ha una sua utilità è sempre un classico intramontabile, così come la contrapposizione delle due sorelle, due donne forti portatrici di punti di vista diametralmente opposti nonostante lo stesso sangue.
C’è molta carne al fuoco, motivo per cui temo che sia difficile per gli eroi riuscire ad affrontare tutte le fatiche in una one shot. Sicuramente avrei eliminato l’incontro con il pescatore Nardos, incontro di cui non credo si avverta la necessità e che rischia di sviare l’attenzione della questione centrale dell’Isola aggiungendo una fatica (a mio avviso) superflua. E avrei magari catalizzato più l’attenzione sulla figura dei due amanti. Con l’invasione dei barbari come rischio concreto, nella consapevolezza che il Serpente marino è sempre stato utile come baluardo difensivo, c’è un motivo particolare per cui Antelia vuol uccidere la bestia prima che i due amanti vengano sacrificati? Magari qualcosa che li lega personalmente a loro?