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One-Night Stand – L'avventura di una notte

A game where sex is how you tell a story – Un gioco in cui il sesso è il modo in cui racconti una storia · By Mammut RPG, Peregrine Games

Feedback Blind Playtest (Alessia e Ivano)

A topic by Ametysta92 created Mar 02, 2021 Views: 123
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Dovuta premessa: dal momento che il manuale, la premessa di gioco, l’autore e i collaboratori di Mammut sono tutt* italian*, scriverò questo resoconto della mia esperienza di playtest in italiano. Spero che non sia un problema per la comunità internazionale di itch.io.  Penso inoltre che per trattare in modo esaustivo della giocata potrebbe essere necessario usare termini tecnici del discorso erotico che, non conoscendo la policy del sito, temo possano dare problemi. Per quieto vivere penso che asterischerò qualche lettera nelle parole che possono risultare maggiormente problematiche.

 

Io e Ivano abbiamo letto il regolamento e le premesse al gioco sabato 26/02 e abbiamo giocato la nostra run a One Night Stand il giorno successivo.

Prima di passare a un breve resoconto della giocata, penso che sia doveroso fare alcune osservazioni anche sulla lettura del manuale e su alcune perplessità che ha sollevato.

La primissima cosa che ci ha vagamente confuso è relativa alle due indicazioni di durata del gioco, rispettivamente le 2-3 ore indicate per la durata della partita a inizio manuale e il “da questo punto in poi il gioco durerà almeno 30-40 minuti”, indicato a pagina 31 nella presentazione della scena di sesso. Considerando che la scena è presentata come l’inizio della giocata dopo “domande per rompere il ghiaccio” e setup ci chiediamo se i 30/40 minuti non siano riferiti alla sola macro-scena (escludendo quindi le scene feedback e l’epilogo) o se intendano l’intera durata del gioco da quel momento, suggerendo circa due ore di preparazione al gioco e setup. Abbiamo trovato risposta, ovviamente, giocando ma suggerirei di disambiguare questo passaggio.

Come abbiamo già avuto modo di dire in via privata a Stefano, inoltre, abbiamo trovato piuttosto difficile procedere alla lettura di tutte le premesse del gioco senza esserne vagamente intimoriti. Per quanto assolutamente necessarie ed espresse in modo decisamente chiaro, le raccomandazioni sulle meccaniche di sicurezza e le linee guida per giocare il gioco secondo il suo spirito occupano la primissima parte del manuale (prima delle istruzioni su come giocare) e contribuiscono molto a dare una percezione di “cosa molto seria e potenzialmente molto traumatica” che ha messo a dura prova la nostra motivazione a giocare. L’effetto, per capirci, è stato un po’ quello di quando stai per fare un piccolo intervento di routine ma leggi tutti i disclaimer pre-operatorii e hai la tentazione di fuggire a gambe levate anche se sai benissimo di avere tutte le carte in regola e pochissime possibilità di non essere preparato nel modo corretto. Non penso che questa sensazione sia dovuta alla quantità di informazioni (come dicevo, erano tutte necessarie e chiare) quanto al loro posizionamento del manuale (all’inizio e tutto in blocco). Valuterei la possibilità di introdurle a spizzichi e bocconi, magari via via che vengono spiegate le fasi del gioco in cui tali raccomandazioni diventano cruciali.

 

Ora veniamo alla nostra giocata

Durante le "domande per rompere il ghiaccio" ci siamo accorti che molto spesso la risposta a una domanda portava a una discussione più ampia che inconsciamente andava a incorporare anche risposte alle domande successive. Per me questa cosa è significativa di come le domande siano state ben concepite in modo logico e coerente. Ovviamente, giocando da partner nella vita reale, molte cose che erano già note e ampliamente discusse ma sono in ogni caso emersi spunti nuovi e riflessioni- almeno in parte-inedite. Abbiamo parlato delle “domande per rompere il ghiaccio” per circa venti minuti e abbiamo concordato alcune richieste specifiche per la giocata prima di fare i personaggi.

Io non ho indicato alcuna preferenza per il genere del mio personaggio ma ho chiesto invece al mio partner di giocare un personaggio con il pene perché non me la sentivo di interagire eroticamente in gioco con genitali femminili. Abbiamo concordato di giocare un rapporto omosessuale.

Abbiamo così creato Etienne (Ivano) e Adnan (io) e abbiamo compilato individualmente le tre buone qualità. Dopo averle confrontate ci siamo stupiti di notare che avevamo indicato alcune qualità molto simili tra di loro e abbiamo completato le due schede con gli aspetti attraenti identificando, di nuovo, alcuni tratti molto compatibili

 

Etienne (Ivano)

  • Ho un fisico snello e slanciato
  • Ho una buona padronanza della lingua
  • I miei modi sono affascinanti
    • Sembra ambizioso
    • Molto padrone della situazione nonostante la giovane età

Guardandomi nello specchio vedo: Un giovane dai capelli scuri e la pelle chiara, alto e ben vestito. Pulito. Modi Garbati che uniscono la disponibilità e il servilismo di un sottoposto alla sicurezza di sé di un CEO di grandi compagnie.

 

Adnan  (Alessia)

  • Sono sicuro di me 
  • Ho uno sguardo rassicurante
  • Ho una parlata sofisticata
    • Occhi chiari su carnagione scura
    • Mostro confidenza con chi non conosco

Guardandomi nello specchio vedo: Sono un uomo sulla cinquantina dall’aspetto ordinato e curato. Indosso abiti eleganti, appropriati a un lavoro nel campo del business e sfoggio un orologio molto costoso. I miei capelli neri sono freschi di piega. L’odore del mio dopobarba è fresco ma persistente.

Al fronte di personaggi così inaspettatamente simili siamo stati subito molto concordi nel decidere che un buon luogo per la liaison potesse essere la sala delle riunioni di un grande albergo.

Cosa ci piace di questo luogo? È un luogo di potere, non di certo pensato per cosa ci stiamo facendo noi ora. È enorme, luminoso, con spaziose superfici e tante sedie. Le molte e grandi finestre permettono uno sguardo sull’intera città, ma nessuna anima potrebbe vedere noi.

Perché questo luogo è sicuro?

Nell’albergo siamo rimasti solo noi, e l’albergo è di Adnan.

 

Scelti personaggi e location, ci siamo buttati nel gioco come indicato attaccando con le frasi rituali e la narrazione erotica.

Il sistema delle frasi rituali, per come lo abbiamo inteso, ci ha dato grande aiuto in alcuni contesti e ci ha creato alcuni problemi in altri.

Parto dal buono.

Parlare di sesso in freeform è difficile. Una persona può essere tranquilla sull’argomento quanto vuole e anche non avere grandi pregiudizi a riguardo ma Quando parliamo siamo abituati a prevedere in tempo reale la reazione del nostro interlocutore e, irrimediabilmente, è facile che il discorso sul sesso porta sempre a un cambio del mood della conversazione e a un generico glissare o titubare

Per questa ragione, un sistema che permetta di avere un canovaccio già precostruito a cui appoggiarsi scrollandoci di dosso la responsabilità di concepire l’intera frase sin dalle prime battute si rivela un sostegno desiderabile e spesso indispensabile.

Al di là di tutta l’istanza sull’educazione al consenso di cui sei già ampiamente padrone e che penso sia la ragione principale per cui l’apparato delle frasi rituali nasce, segnalo anche l’utile funzione di “ruotino di scorta” che incidentalmente possono fare per aiutare le due persone che giocano a “riempire i vuoti” quando in difficoltà. Personalmente, non so se avrei giocato questo particolare gioco se fosse stato un freeform non disciplinato perché la di “paura della pagina bianca con relativo imbarazzo” in un contesto di incontro erotico può essere davvero paralizzante.

Per venire al tasto più dolente, però, devo segnalare che le frasi fatte così come sono scritte ci hanno dato qualche problema.

Il più evidente sta del wording vero e proprio.

Non ho contato il numero di interazioni totali ma penso di non andare lontana da un numero credibile se dico che l’intera scena erotica consta di 50+ scambi di frasi rituali, con tutta la necessità di variazione e di sfumatura che ne consegue. Quando per la terza volta nello scambio mi trovo a specificare “con grande trasporto” o “timidamente”, può capitare che io percepisca una certa rigidità e ripetitività in quello che sto facendo.

Ancora di più, può capitare che ciò che voglio descrivere non sia perfettamente adeguato a ricadere nel “con grande trasporto” ma che preferirei invece dargli la sfumatura del “con senso di sfida” o del “per provocarti” o del “cedendo le redini per metterti in controllo”. Sono tutte variazioni che, se mi concedo, lo faccio adattando e modificando alcune formulazioni, cosa che mi pare di capire sia sconsigliata.

Abbiamo comunque cercato di mantenere intoccate e invariabili almeno le richieste e le risposte al consenso, ma anche qui una frase come “ricambi la mia passione?” ci risultava spesso un po’ fuori tono ed è spesso stata abbreviata al solo “ricambi?” che-però- veicolava un significato diverso e spesso ci suonava un poco dissonante (se io ti dico che ti tolgo la camicia con foga, senza slacciare gli ultimi bottoni e tirandola forte oltre il tuo braccio a cui è rimasta impigliata per la manica ancora chiusa e poi ti chiedo se ricambi, mi aspetto che tu faccia lo stesso, non che tu condivida lo *state of mind*).

Forse un sistema un po’ più componibile di frasi rituale o- quantomeno- la non rigidità delle parti della frase che si riferiscono alle modalità potrebbe essere utile in questo senso.

Parlando invece dei flashback, abbiamo trovato sinceramente coinvolgente giocarli e anche molto facile immaginarli in entrata e in uscita dalla macro-scena erotica. Non abbiamo avuto alcun problema a interpretare gli esiti della pesca delle carte, tranne in un caso specifico in cui il fatto che l’essere alto e snello di Etienne non fosse reale e questo migliorasse la situazione ci è sembrato molto difficile da portare in scena senza scendere in siparietti poco interessanti tipo “ho sbagliato la taglia del mio completo ma questa in realtà mi sta meglio”.

Più difficile, invece, è stato per noi reincorporare gli esiti all’interno della scena di sesso. In che modo posso trovare una ragione per cui ora- mentre stiamo scopando-  non mi sembri più ambizioso? E, soprattutto, come posso renderlo in gioco? Alcune volte l’esito è stato particolarmente riuscito, altre abbiamo fatto più fatica. 

E qui dobbiamo fare un’altra domanda: quanto i flashback influiscono sula scena di sesso? Sono pensati per essere benzina per ispirarsi, per dare tridimensionalità ai personaggi o per nutrire di intenzioni le azioni della scena erotica? Non abbiamo saputo darci una risposta univoca e pensiamo che possano essere vere e compresenti tutte e tre.

Un’altra osservazione che ci ha sollevato curiosità è la seguente: la scelta di cancellare un tratto personale piuttosto che un tratto attraente è -meccanicamente parlando- uno scambio impari. Se scelgo di toccare cosa tu vedi in me sto compromettendo il nostro epilogo ma se scelgo di perdere il mio tratto non ho altre conseguenze da tenere in conto, dal momento che non può esistere un momento in cui io non abbia più tratti da cancellare. Abbiamo immaginato che questa scelta fosse legata all’autostima e alla rappresentazione di sé e al fatto che rinunciare a chi pensiamo di essere sia più difficile e meno auspicabile di perdere un po’ di appeal su una persona che non siamo noi stessi. Non a caso, in un’occasione a testa, entrambi abbiamo preferito cancellare aspetti attraenti (anche se sconveniente). Abbiamo inteso bene?


Sulle sensazioni emerse dalla giocata e sulle riflessioni anche abbastanza profonde scaturite dall’aver giocato un personaggio di un genere diverso dal mio non mi dilungo in questa sede dal momento che sarebbero considerazioni più legate all’esperienza di gioco che al gioco in sé, ma posso dire che, almeno nella mia esperienza, approcciarsi a esperienze distanti dalla propria personale può restituire molto sia in termini di “porsi domande del tutto nuove” sia in termini di “riflessioni inedite” sia in termini di “situazioni esilaranti scaturite dalla propria ignoranza”.

La giocata, nel suo complesso, è stata nelle tre ore precise.

Prima di ringraziare per aver messo a disposizione i materiali per il blind e salutare, mi permetto di aggiungere due consigli pratici legati ai materiali:

-Giocando presumibilmente di fronte, consiglierei di suggerire di stampare l’elenco di frasi rituali in duplice copia in modo tale da non doversi passare il foglio in continuazione.

-Sarebbe comodo avere un play-aid che riassuma esiti della pesca delle carte e della scelta di cancellare l’uno o l’altro tratto a portata di mano invece che solo all’interno del manuale.


Sperando che questi feedback possano essere utili, chiudo facendo i complimenti a Stefano per la profondità del suo lavoro e ringraziando tantissimo la community di Mammut per averci dato l’occasione di giocarlo.

 

Scusate se sono stata così prolissa,

Alessia