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Devo dire che questo è un passaggio fondamentale.
Trovo che questa definizione abbia tutto quello che serva per essere una definizione tecnica efficace, utile per catalogare ma anche per poterci costruire sopra lavorando sui limiti della stessa.

è chiaro cosa si intende per "fictional roles" ma credo si perda qualcosa del suo senso in "ruoli fittizi".

In modo assolutamente complementare e non esclusivo io ho una definizione meno tecnica, e quindi un po' meno ficcante di gioco di ruolo.
Un gioco di ruolo è un qualsiasi gioco (quindi nell'accezione larga del termine che può includere ma non si consuma nel divertirsi o nel fare escapismo) che abbia come componente fondamentale per l'usufruimento dello stesso l'atto di passare attraverso la tecnica del role playing.

Il role playing potremmo definirlo come una tecnica simulativa e più precisamente una rappresentazione scenica (realizzata dal vero o raccontata) di una interazione personale che comporta l'assunzione di un comportamento (o il racconto dello stesso) in una situazione immaginaria.

il role playing ha una radice comune con il teatro e con il recitare poiché nasce da esso (teatro della spontaneità, psicodramma) ma ne è anche parzialmente diverso sia per la sua natura più o meno emergente, sia per lo scopo finalistico (che è mutuabile, non a caso può essere usato per scopi ludici, didattici, educativi, psicologici).

Il Daniele che parla in termini comuni direbbe che quello che tu stai dicendo non è altro che quello che nella definizione di Rugerfred è formulato come «nel quale il giocatore ricopre uno o più ruoli fittizi». Cioè, è un altro modo per parlare della stessa cosa. Non concordi?

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... all'interno di un universo narrativo.
sì, concordo.
L'unico aspetto, che non rappresenta una critica perché trovo ineccepibilmente corretta, che mi piace tagliare in modo differente è il riferimento al concetto di narrativo e di fiction. Nel senso che io preferisco provare a definirlo con termini che ne danno una impressione più generale, più comportamentale, e meno strettamente legata al concetto del raccontare (o interpretare) una storia.

Ok, per me qui la cosa si fa abbastanza sottile e un po’ vi perdo. Mi sembra che siano definizioni parimenti buone. Di certo vanno bene entrambe per My Red Goddess, per cui non vedo problemi ad accettarle entrambe per la mia esperienza specifica.

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Allora, c'è da fare un chiarimento: "ruoli fittizi" non piace nemmeno a me (l'ennesimo motivo per cui preferisco la versione inglese della definizione):

A role-playing game is a game in which a player plays one or more fictional roles inside a narrative universe and has agency over the narrative universe in an emergent way.

Riguardo al role-playing come tecnica concordo, ma credo la tua definizione si sposti più sul definire cosa vuol dire giocare di ruolo rispetto a cos'è un gioco di ruolo. Anche perché concorderai con il fatto che "l'atto di passare attraverso la tecnica del role-playing" in sé non è così preciso. Anche The Resistance e Avalon hanno parti di role-playing che sono cuore dell'esperienza di gioco, ma non li definirei giochi di ruolo.

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La mia non era una critica alla definizione italiana, più un dispiacere proprio per il fatto che il termine italiano perde delle sfumature di significato che l'inglese ha e assume sfumature di significato dell'italiano che l'originale inglese non ha.
Ma è l'inestricabile problema del tradurre.
L'inglese, che immagino sia l'originale è ineccepibile.

non conosco i due giochi in questione, cercherò di informarmi per poterti dare una risposta sensata.

temo di dover dissentire, fino alla lettura dei due giochi, sulla critica da te espressa.
Innanzi tutto perché non è vero, può non piacerti, ma non sto definendo il giocare di ruolo, ma proprio il gioco di ruolo, indico quale elemento è fondamentale e le condizioni in cui deve manifestarsi affinché un gioco sia definibile come gioco di ruolo, se c'è è un gioco di ruolo, se non c'è non è un gioco di ruolo. E come corollario necessario esplicito cosa sia quella cosa che definisco fondamentale.

Secondariamente perché di base la mia e la tua definizione sono praticamente due sensibilità diverse della stessa visione. Controllerò appunto i giochi, ma se hanno parti di vero roleplay come parte inestricabile e fondamentale del gioco le soluzioni sono solo due: o i giochi SONO (anche) giochi di ruolo, oppure anche la tua definizione fallisce dove fallisce la mia.

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Sì, l'ho scritta prima in inglese, e poi cercata di tradurre in italiano.

Per i giochi in questione, se gli dai una letta o, anche meglio, riesci a giocarli mi piacerebbe una tua opinione. Tra i due Avalon è il più recente, e reimplementa The Resistance. Diciamo che entrambi sono abbastanza simile da poterti fornire un'opinione sulla cosa anche provandone solo uno.