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Non sei stato assolutamente eccessivamente critico, ti ringrazio moltissimo per il commento approfondito. Ho letto velocemente, ma prima di rispondere ci ragiono meglio, anche perché non ho  esperienze di game design precedenti, per cui alcuni termini che hai usato mi sono del tutto nuovi.

beh, per qualsiasi termine, non hai che da chiedere, mi scuso anzi di non essere stato chiaro!

(1 edit)

Ci sono, provo a rispondere/spiegare alcune scelte che ho fatto, ma praticamente per tutti i punti che hai preso in esame, vale questa risposta generale: sono criticità che ora che mi sono state fatte notare posso immaginare, ma avrei bisogno d provare il gioco (non ho ancora potuto fare alcun playtest), ma rivederle singolarmente lascia il tempo che trova; ecco perché prossimamente prenderò in esame alcune idee che mi frullano intesta che mi permetterebbero di aggiustare il gioco più alla radice, partendo dal ruolo del master, fino sistema di prove.

Nel dettaglio:

1- Sul problema dell'eliminazione del bambino hai assolutamente ragione, ed intendo "correggere" il gioco in questo senso, come già ho risposto ad altri commenti sulla stesse questione. Non mi dilungo, ti chiederei solo se puoi spiegarmi cosa intendi con "circuito di downtime".

2-La prova: non piace neanche a me una scala di difficoltà eccessivamente ampia. Mi sono un po' imposto di usare le carte perché mi piacciono molto (al tavolo mi fa piacere averle fisicamente sottomano), oltre al fatto che dispongono di più valori leggibili del solo valore numerico dei dadi (divisione in rosse e nere, per semi, e nel caso per figure), da cui si potrebbero trarre regole interessanti. Volendo per ridurre la scala potrei semplicemente dire di togliere le carte tra (per es.) 7 e 10, e lasciare una difficoltà variabile tra 1 e 6. Non avevo proprio pensato di indicare chi può chiamare le prove, dato che nella mia testa dovrebbero essere innescate quando è ragionevole che lo siano. 

(posto fin qua, ma appena posso riprendo il commento e lo continuo, solo che sono un po' impegnato)

(+1)

1- Con circuito di downtime intendo quel meccanismo in cui dividi il gioco in due fasi abbastanza distinte, una prima c'è quella di azione principale, tipo dei criminali che preparano un colpo e lo svolgimento del colpo, poi una fase (che viene chiamata downtime) in cui ti occupi di loro che si riposano, divertono coi soldi rubati, leccano le ferite. Ci sono appunto diversi giochi che le implementano anche in modi molto diversi. Unico Anello e Mouseguard funzionano addirittura in un modo per cui c'è un master nella fase più di azione, ma praticamente ha un ruolo totalmente secondario nella fase di downtime. Blades in the dark è totalmente diverso, ma ha un meccanismo interessante in tal senso.
Nel caso del tuo gioco, intendo la possibilità che quando il bambino finisce il coinvolgimento e torna in classe, il suo giocatore possa chiamare delle scene speciali (siccome non partecipa più alla fantasia, downtime) che se affrontate gli permettano di ricaricare il coinvolgimento e tornare a giocare.

2- Onestamente potresti approcciare il problema sotto molti punti di vista diversi. Onestamente credo che, come opinione personale, le carte siano una scelta interessante e vincente, da tenere. Paradossalmente uno potrebbe essere quello di lasciare la scala così com'è con 10, ma dovresti dare delle indicazioni molto precise e chiare per tutti, oggettive (come in Fate, grossomodo) in cui sia chiaro per tutti e magari sia il giocatore stesso a creare le condizioni per un tipo di sfida che sia del valore richiesto. In questo senso però potrebbe essere carino trovare un sistema narrativo per permettere comunque una funzione per le carte basse, ad esempio dei tratti del personaggio (il suo credersi pirata) o del suo modo di immaginare le cose che se portate in conflitto gli permettano magari di giocare una seconda carta che si sommi... O cose del genere... Per quanto riguarda l'innesto. Onestamente è molto più complesso di quanto possa sembrare, il giudizio e la sensibilità delle persone cambiano molto, se non espliciti delle condizioni d'innesco chiare, che diventino oggettive, dipenderà solo dal giudizio di chi fa il master e potrebbero anche cambiare molto da master a master... Non è un caso che sia uno degli aspetti più rivoluzionati degli ultimi 20 anni (ma qui l'esempio migliore per comprendere è leggere il manuale di Trollbabe).