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Ciao Daniele!

La meccanica che hai portato, non è affatto male ed è spiegata in maniera così sintetica e netta che, nel caso in cui tu ci volessi fare sopra un gioco leggermente più approfondito, potresti quasi pensare ad un formato più strano e simile tipo al Pro Knot ( https://www.amazon.it/Pro-Knot-Outdoor-Knots-Sherry-2016-02-01/dp/0922273227 ) :D

Diciamo che c’è una cosa che mi sorge spontanea da chiederti.
Considerando che il nodo in sé è “solo un nodo”, quindi se dapprima una persona si trova far naufragare il marinaio continuamente durante il gioco, sicuramente arriverà al punto di imparare dopo alcuni tentativi la gassa. Da quel momento in avanti il “gioco diventa risolto” (permettimi l’uso di un termine più per giochi da tavolo astratti) e potrebbe cadere un po’ la voglia di continuarlo. La cosa è voluta? Vuoi puntare a far arrivare il giocatore che annoda la gassa ad una specie di epifania su un determinato argomento? (da approfondire sicuramente in un gioco più specifico, chiaro)

Perdonami la domanda infame, non voleva essere apposta puntigliosa e rompiballe, ma è per capire e approfondire la scelta minimale che hai voluto fare.

Grazie del lavoro!

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Per prima cosa, grazie per il tuo commento e per i tuoi spunti di riflessione.

Secondariamente, ti segnalo che il link che mi hai passato non porta da nessuna parte ma, con un po’ di uso sapiente di Google, ho trovato comunque il formato che volevi segnalarmi. Che dire? Da una parte, sarebbe sicuramente carino; dall’altra ci vedo due problemi:

  1. sicuramente costerebbe di più produrlo;
  2. sarebbe una citazione colta solo da chi conosce la fonte e, per dire, io non la conoscevo.

Per quanto riguarda la domanda che mi poni, sinceramente, non è un problema che mi sono posto. In fondo è un giochino semplice e banale, che ho scritto in pochissimo tempo. Ci sta che, con una meccanica così semplice e poco strutturata, la rigiocabilità di questa meccanica sia, per forza di cose, molto bassa. Ma spingo il discorso persino oltre: forse quello della rigiocabilità in sé è un idolo che possiamo anche sacrificare.

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(link sistemato, grazie della segnalazione)

Sì, diciamo che era un appunto più sul gonzo che sulla spinta editoriale. Era giusto una riflessione su come un micro-gioco del genere potesse essere dato in giro.

Tra l’altro mi rendo conto solo ora, ripensandoci, di una cosa: hai voluto scrivere un gioco in solitaria o è solo una sorta di “fallback” non previsto?
Cioè: personalmente posso anche mettermi seduto a imparare la gassa, in maniera narrativa, un po’ come Dexter si fa il nodo alla cravatta.

Sulla rigiocabilità: sì, ha senso quello che dici. Non aggiungo altro.

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Penso che mi sia uscita, un po’ per caso, o una meccanica brutta e imperfetta da usare altrove, o un gioco in solitario brutto e imperfetto che, come “controindicazione”, ti insegna a fare una gassa d’amante. Se leggi la risposta al commento di Davide (121 Games), qui sotto, credo che capirai anche come mai.

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Sì, è abbastanza.

E ti dirò che, un po’ legata all’idea della “sopravvivenza”, potrei prendere spunto per qualcosa che sto preparando (e, ti dirò, spero con la Mapemounde di riuscire a mettere insieme quel che voglio).

Grazie delle risposte!

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Ottimo! Te lo auguro. Domani mattina si inizia. 😉