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Bellissima l’idea di un’isola sconosciuta ai più, selvatica e selvaggia, inospitale non solo per le minacce che contiene ma proprio perché non è più “terra fertile” per l’insediamento umano. Personalmente non rivedo molto il tema mediterraneo (quanto meno nella cornice paesaggistica), ma trovo bellissime le descrizioni ed l’impostazione narrativa è molto originale.

Trovo che ci siano davvero molti elementi interessanti – la tigre come guardiana, l’eroe perso, ormai completamente folle, i fantasmi di abitanti passati – ma in questo mosaico colorato fatico ad intravedere il quadro completo. L’alone di mistero ed incertezza è reso benissimo, per altro in un’ambientazione non cupa o angosciante, avrei personalmente preferito che gli eroi potessero abbandonare questa isola con qualche risposta in più sul passato o sul presente di Adamastos o dei suoi abitanti. 

Siamo felici che l'esistenza dell'isola ti sia stata rivelata.
Dottor Micol ha immaginato le prime scene e i paesaggi traendoli dalle sue vacanze, i cardi e muli sono un classico siciliano. Con la cara limitazione di non potere mettere una "classica" civiltà filo-greca in un'isola selvaggia abbiamo accennato a satiri e centauri su cui il manuale base si esprime innumerevoli volte. Tutta l'isola ci risulta dunque ermetica come una civiltà appena scoperta. Se vogliamo comprenderla dovremo trovare tempo di esplorarla.

- Ufficio relazioni pubbliche