Con quanta efficacia il gioco affronta il tema della jam e ne rispetta l’obiettivo di design?
Credo che l’autore abbia cercato di affrontare il tema della jam in maniera piuttosto coerente, a meno in parte della questione mappe (vedi punto seguente).
Quanto sono integrate le mappe nel design?
Me lo sono sinceramente chiesto: e se tolgo le mappe, che succede? Se uso segnalini bianchi e neri per tener traccia dell’esito delle scene e uso direttamente la tabella degli spunti senza usare i disegnini sulla mappa? Probabilmente niente a livello meccanico, ma il gioco perderebbe un po’ del colore che ha, del senso del viaggio e dell’esplorazione. Ecco, mi sarei aspettato comunque una migliore rappresentazione visiva di cosa si può incontrare direttamente dalla mappa stessa (mi spiace, ma la flora e la fauna non credo siano sufficienti), ma non credo che, appunto, sia un intoppo per poter proseguire perché le tabelle sono presenti. Mi trovo quindi combattuto su questo punto.
Quant’è elegante il design del gioco?
Il gioco è scritto in maniera scorrevole, si legge bene e le regole sono abbastanza chiare eccetto i punti elencati più sotto.
Quanto sono accattivanti il tono, l’atmosfera e lo stile del gioco?
Con molta semplicità eppur con efficacia, il gioco riesce a riprendere e far trasparire già dalla lettura gli elementi del Don Chisciotte senza troppi problemi. Credo che in questo, a meno di qualche smussatina qua e là (che però ci sta che non ci sia in un gioco consegnato ad una jam), il modo in cui sono state scritte le regole aiuti a calarsi nelle tematiche a sufficienza.
Quanto sono facili da comprendere e utilizzare le regole del gioco?
Seguono i punti di dubbio personale:
· Mi sfugge la questione del genere maschile, pur essendo chiara la fiction di riferimento non vedo come il genere influisca in alcun modo sui personaggi e il loro carattere e su come i giocatori possano trarne maggior vantaggio di spunto.
· Come si conclude la partita dovrebbe essere esplicitato invece che messo tra parentesi e dedotto dagli handout
· la mappa nera non è per niente printer friendy (questo immagino ti sia chiaro)
· se uno decide di far morire il protagonista prima che si fa? Non capisco come mai è lasciata questa libertà e non ne vedo i vantaggi.
· Arriva qui il vero tasto dolente… gli spunti di conflitto sono praticamente assenti e principalmente nelle mani dei giocatori: prostitute, saltimbanchi e banditi non è difficile immaginare cosa vogliano, ma gli altri personaggi non hanno un motivo immediato per intralciare o comunque mettere in dubbio moralità e azioni dei personaggi. La tabella degli incontri dovrebbe essere lo strumento per eccellenza in questi termini. Sforzo ulteriore è del giocatore del Cavaliere, che deve non solo inventarsi cose assurde senza una linea guida, ma deve anche far sì che queste assurdità siano più o meno coerentemente conflittuali… per poi lasciare un po’ a tutti decidere come la situazione si risolve (?). Qui forse c’è del lavoro da fare per evitare la paura da foglio bianco e una risoluzione dei conflitti più “ficcante”. I limiti stimolano la creatività alla fine dei conti…
Conclusioni
Sarò sincero: mi aspettavo qualcosina di più dal buon Vate, anche perché le tematiche erano curiose e promettenti. Sono sicuro però che nel caso di sviluppi futuri ogni dubbio verrà fugato e il testo arricchito degli elementi che secondo me sono abbastanza essenziali per farlo funzionare. Buona fortuna!